venerdì 12 gennaio 2018

Sbarre e CHIAVI.


Scrivere è complicato quando si tratta di questi argomenti, ma parlarne anche di più.
Credo che proprio per questo ne si dovrebbe parlare: per ascoltarsi e ascoltarci nella nostra complicatezza.
So cosa significhi trovarsi in quel momento nel quale tu, adagiata nella comodità, fasulla e illusoria comodità, ti convinci vada meglio "non vivere" in questo modo.
Tutto ciò è diventato abitudine, è la tua casa. 
Tu, rannicchiata, nel tuo angolino che ti toglie spazio ed aria...ti senti al tuo posto. Sì, ormai è diventato quello il tuo posto.
Ma se socchiudi anche solo gli occhi per poter riavere la vista, ecco che non lo è...non lo è!

So che la battaglia interiore deve partire da noi, da te.
So quanto è inutile che io sia qui a parlarti sperando di indirizzarti verso una mia idea.
Questo non è il mio obiettivo. Non ho un'idea precisa.
Voglio solo dirti che queste cose le ho provate e le provo anch'io.
Voglio dirti che più rimani in quell'angolo, che più lo assecondi ed autorizzi a toglierti spazio, il pensiero di poterti liberare; che più lo senti casa e sicurezza... più sarà complicato smuoverti da lì.

Quando ci proverai sarai veramente esausta, sfinita di quel posto; sarà quando l'illusione avrà lasciato almeno parzialmente liberi i tuoi occhi. Così capirai che le pareti non sono dipinte di rosa con dei fiorellini...vedrai sbarre.
Allora in quel momento vorrai uscire, ma non avrai la chiave, perchè non l'avrai costruita negli anni precedenti.
Ed ecco che ti ritroverai a stare male, volendo stare meglio. 
Senza chiave, che anche costruita in parte ci permetterebbe di completarla durante le ore d'aria.

Io la prospettiva di un futuro senza chiave non lo voglio, per me, per gli altri.
La chiave è vita.

 


A te, C.