sabato 4 aprile 2015

MELA AMARA, ideali trasformati in progetti.

" Disprezzo profondamente chi simula i buoni sentimenti e intenzioni, i menzogneri, chi non si pone o chi lo fa male. L’accidia. Chi specula, gli arrivisti e i perbenisti. Aberro chi usa la fragilità degli altri per ottenere il proprio utile, chi sfrutta un malato e la sua malattia. Chi strumentalizza un dolore. I menestrelli e i teatranti. Le maschere. Schifo la falsa diplomazia e la vanità. La guerra. Le minacce vestite a festa, i comportamenti subdoli e i coni d’ombra. Detesto la cattiva politica e la cattiva medicina.
Stimo profondamente chi ha il coraggio della lealtà e della sincerità, chi si pone bene o chi quando pensa di farlo male decide di non farlo. Chi non specula, chi fa della fragilità di un cuore il punto di forza della persona medesima, chi rispetta il malato e la sua malattia, gli strumenti di un menestrello, il copione di un attore. Ammiro chi usa il bene per fare meglio e la giusta umiltà di chi sa che anche da un perdente ha molto da imparare. Dante Alighieri e Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci e la Bibbia. Amo chi ha sete di verità e di luce, chi sorride e chi piange, chi s’incazza per un ideale e per un sogno, il mio libro e quello di un altro scrittore, il fine alto di un progetto e le buone pratiche, la pace, la giustizia, la buona politica e la buona medicina. "

Così si è espressa Ursula Vaniglia Orelli, autrice di MELA AMARA.
Molto di più di un romanzo, molto più di esperienza, molto più di ideali: la concretezza di un fantastico progetto.
"Ecco il romanzo-verita' di Ursula Vaniglia Orelli indagare negli abissi più cupi del vuoto, raccontare disagi e follie di un'autopunizione travestita da narcisismo, nevrosi, paura. Un viaggio struggente tra turbamenti, violenze, psicofarmaci, spettri, segreti e tradimenti. Dalla Roma decadente della tarda Prima Repubblica all'Angola dilaniata da guerre civili e diamanti insanguinati. Dagli eccessi della Milano da bere alla morigerata vita da reparto in ospedale. Amore deviato intrecciato alla cronistoria di una terapia salvifica. "Senza appetito" è il significato letterale del disturbo esistenziale, sociale e alimentare detto anoressia. Astinenza volontaria da cibo, calorie, sentimenti, ricordi, coscienza... È forse il nulla il fine ultimo di tale ascesi fisica e morale? Peccato e redenzione, hybris e catarsi, nel seme di un frutto rosso come la passione dal sapore amaro come fiele." 
A tutto ciò, ecco l'aggiungersi di un'intento ammirevole, per cui Ursula sta combattendo ed ha ormai praticamente realizzato il proprio obiettivo: parte dei guadagni della vendita del suo romanzo saranno utilizzati per il sostentamento di una struttura nel Lazio, una casa di cura per chiunque soffra di distirbi alimentari, dall'anoressia all'obesità. Si tratterà di una struttura da cui tutte le persone bisognose di aiuto, di cura, di sostegno a causa dei dca potranno ricevere tutto ciò gratuitamente!

Ursula, persona solidale, di gran cuore e portatrice di grandi ideali che sa trasformare in progetti concreti.
Ammirazione infinita verso di lei.
Una donna, una guerriera, una vincitrice, un mito.




2 commenti:

  1. Per quello che leggo nella "prefazione", mi sembra un libro molto interessante, e poi ammiro moltissimo questa persona che ha avuto la bellissima idea di devolvere il ricavato dei suoi guadagni per aiutare a costruire una clinica per chiunque soffra di dca, è veramente una persona encomiabile!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    1. Ciao cara! E' bello vedere che ci sei sempre! C:
      Esatto, anche io la ammiro tantissimissimo!!

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